La Vestaglia di Lavinio

Il braccio alzato non è un saluto romano e la bocca aperta non significa che stesse gridando “Hurrà”. Il braccio alzato era appoggiato al rack della radio di bordo. Nella prima foto Lavinio ascolta attentamente la domanda mentre nella seconda forse lo manda a quel paese…

LA VESTAGLIA
di Lavinio Gualdesi.

Stavo per buttarla via. Era ormai logora, la mia vestaglia.
Poi mi sono ricordato di una notte piena di lampi al largo dell’Elba…..
È stata la crociera più Kolossal di tutti i tempi e il nome era spaventoso: Yellow Shark.
Nessuno era riuscito ad arginare le richieste sempre più vaste di quello che per il suo modo di pronunciare l’ italiano chiamavamo tutti scherzosamente La Pantera Rosa.
Mentre gli altri avevano una Nave: lui tre. Mentre gli altri avevano un assistente scientifico e un Ingegnere coordinatore: lui tre. Anzi quattro. Io ero uno di questi.
Dove gli altri avevano un laboratorio a terra: lui Formiche di Grosseto , Elba, Giglio e vari mezzi minori.
Gli altri avevano un Programma prove: lui tre. E non rivelava da quale stava leggendo che un’ ora prima e agli stretti interessati.
Ne consegue che essendo lui uno e noi molti, la maggior parte passava il tempo in attesa di recitare la sua parte.
A me era toccata la parte di quello che sta sull’Alliance insieme con Francesco Spina.
Dopo due giorni e due notti in attesa che toccasse a noi essere interpellati dal CAPO il tempo cominciava a farsi problematico e la Formica era squarciata da lampi.
Le comunicazioni radio erano sempre dal capo a tutti. Solo che nessuno sapeva chi sarebbe stato interrogato.
Dopo cena il sonno dopo due notti e due giorni passati davanti alla radio si faceva sentire.
A ma e Francesco calava la palpebra e ci tenevamo svegli con le solite battute.
Andrea Cavanna che, avendo da tenere a balia un infinito numero di software e tutti quelli che ci si incartavano dentro, era sempre presente in laboratorio, mi ricorda anche un’altra frase ricorrente nelle comunicazioni tra imbarcazioni e che sarebbe suonata strana ad una ipotetica spia in ascolto. La frase era: “Voi che parlare con le formiche ditegli che …..” .
A questo proposito sorprendiamo Vittorio Grandi venir interpellato per Radio dal CAPO. Era il suo turno e nel tentativo di rispondere subito e a tono esagerava al punto che ne imitava la pronuncia in modo che in laboratorio tutti ne ridevano.
L’ unico che non rideva era il CAPO che andando a cena voleva essere sicuro che le cose continuassero.
Il sonno a questo punto ci faceva sbandare. Francesco mi confessava che stava per andare a nanna.
Io volevo aspettare che ci informassero quelli sull’Isola con lui che fosse andato a dormire.
Alle due di notte ero ancora ad aspettare.
I miei informatori mi dicevano: “con quello che ha mangiato e bevuto non tarderà a crollare….”
Alle due e trenta, sopraffatto dal sonno, ho avvisato il personale di guardia in Laboratorio che andavo in cabina e di chiamarmi se fosse stato necessario.
Dopo solo mezz’ora, e quindi con il sonno più profondo, sento bussare alla porta e gridare”La Pantera Rosa ti cerca!!! Fai presto che sta gridando come un aquila dove sei!!!
Mi infilo la prima cosa che trovo al buio: la vestaglia (che normalmente usavo solo per entrare nel bagno che era sempre freddo) e corro in Laboratorio.
Il dialogo che ne seguì veniva annotato dal “notaio” del gruppo: l’ amico Legner.
Se avesse ancora gli appunti mi piacerebbe rileggere il colloquio tra un morto di sonno e un ubriaco petulante.
La Pantera Rosa continuava a chiedermi di mettere a mare subito nella notte uno strumento scelto accuratamente tra tutti quelli disponibili solo perché gli avevo detto dall’inizio che era sperimentale e quindi non calibrato né tanto meno affidabile.
Per di più mi chiedeva una misura a pochi centimetri dal fondo del mare.
A nulla è valso spiegargli che oltre tutto, dato lo stato del mare, i pochi centimetri diventavano un metro e mezzo ad ogni beccheggio della nave.
Un modo come un altro per schiodare lo strumento sul fondo.
Temendo ancor più il bonario rimprovero di Federico (“Aho macché avete fatto , m’ avete sventrato lo strumento!!!”) che l’ ordine perentorio di uno che l’ indomani non si sarebbe ricordato di avermelo ordinato…. decisi di ignorare l’ ordine.
Il fatto è stato come sempre apparentemente ignorato e dimenticato, ma lo sfottimento per essermi presentato in vestaglia in laboratorio è durato per giorni e le sere dopo mi è costato varie birre in saletta!!!
Adesso che ho fatto la foto ricordo la posso buttare tranquillo.
La foto in divisa da allievo di macchina l’ ho messa perché li invece, anche dopo notti di guardia, farmi trovare a dormire mi sarebbe costato il posto.

Ad integrazione  del racconto di Lavinio riporto qui di seguito il commento di Francesco Spina.

Cari amici,
mi ricordo bene quella sera. Era stata una giornata intensa ed eravamo finiti in prossimità dello scoglio d’ Africa. E’ questa -per chi non la conosce- una zona di mare con profondità di pochi metri situata a metà strada tra la Corsica e Montecristo, a Sud di Pianosa; tutto intorno circondata da un mare profondo fino a 200 metri.
A Montecristo stava lo scientist in charge.
Io ero a bordo e il mio compito era, oltre al lavoro che facevo di solito, il collegamento tra lui e il bordo con Lavinio e gli altri. A bordo tra l’altro c’era una giovane ricercatrice che si interessava alla poseidonia, particolarmente abbondante su quello scoglio sommerso investito da correnti che si possono immaginare. Per osservare il diverso comportamento della poseidonia dal giorno alla notte, e l’impatto che esso aveva sull’acustica era venuto in mente a qualcuno di fare quella misura di cui parla Lavinio (se ricordo bene riguardava l’ossigeno disciolto in acqua).
Solo che in quella crociera c’era qualcosa di inusuale: il contatto con lo Scientist in Charge si interrompeva a fine giornata, per riprendere qualche volta, come quella sera, nel cuore della notte. Questo tra parentesi era un mio problema, perché la sera Lothar (il comandante) mi chiedeva il programma di lavoro per il giorno dopo e io non sapevo cosa dirgli (Poi risolsi questo problema dandogli ogni sera un piano di mia invenzione salvo revisioni la mattina dopo se necessario).
Quella sera però ero andato a dormire e vi potete immaginare quale impressione mi fece veder comparire Lavinio nella sua elegante vestaglia. Superata la sorpresa (potete immaginare quello che uno avrebbe potuto pensare per quella visita notturna) concordai con lui che poteva fare o non fare la misura secondo il suo giudizio e tornai a dormire.

 

Alex Warn-Varnas

Ho avuto notizia da Germana Peggion che Alex Warn-Varnas è venuto a mancare a seguito di una caduta accidentale nella sua casa in Luisiana.

Era da tempo malato e poco meno di un mese sarebbe ritornato a ‘casa’, in un sobborgo di Chicago, città nella quale giunse molti anni fa come emigrato.

Alex era stato al centro come capo del Dipartimento di Oceanografia e aveva preso parte ad alcune crociere oceanografiche nel nord dell’Europa, ed era conosciuto come specialista di modelli di simulazione.

Warn-Varnas era approdato al Centro dopo vari incarichi in molti istituti.La sua carriera era iniziata alla NASA e successivamente alla General Dynamics and Astronautics, radiation physics all’Università  dell’Illinois IRE, al Geophysical Fluid Dynamics Institute (GFDI), Florida State University, Tallahassee, al Naval Research Laboratory (NRL), Washington, DC, Naval Ocean Research and Development Activity (NORDA)  e Head of Applied Oceanography Department at NATO’s SACLANT Undersea Research Centre.  Dopo il Centro ha lavorato al Dartmouth College, Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI), SCRIPPS, Harvard University, University of Massachusetts, University of Waterloo, e al Polytechnic University of Puerto Rico. È stato autore e coautore di diverse pubblicazioni scientifiche.

 

RIUNIONE DEL COMITATO ESECUTIVO DELLA CNRCSA DEL 25 OTTOBRE 2017

Dal sommario della riunione…..                                                                18 Dicembre

ELEZIONI

Riferimenti: E-mail del Segretario, in data 9 ottobre 2017
                     E-mail del Presidente, in data 20 Ottobre 2017

Il segretario, in apertura di seduta, ha fatto presente che il Comitato Esecutivo CNRCSA si era incontrato in precedenza (alle 8.45) per eleggere, in conformità con lo statuto, un nuovo presidente e un nuovo segretario al posto di due membri in scadenza di mandato.

Sono stati eletti: Mr. H. Rutten (ANARCP), Presidente (fine mandato novembre 2019);
                           Mr O. Guidetti (NOBA), vice Presidente (fine mandato novembre 2018);
                           Mr. R. Goyens (AROF), segretario (fine mandato novembre 2019)

ASSICURAZIONE SANITARIA (AWC)
Riunione del gruppo di lavoro JCB in materia di assicurazione medica del 27 giugno      2017
Documento: JCB-WP (2017) 0002, in data 28 luglio 2017
Il comitato ha preso atto che nell’ultimo JCB erano state approvate diverse raccomandazioni fatte dal suo gruppo di lavoro.
In particolare:
– Invio a tutti i beneficiari di un questionario riguardante l’assicurazione primaria. ( AWC)   AWC aggiornerà ,di conseguenza, il proprio database.
– Si continuerà a lavorare sull’armonizzazione dell’assicurazione complementare per     tutta  l’organizzazione. (CNCSC)
– Sarà implementato il sistema di rilevamento delle frodi. (NATO/AWC)
RMCF
Riunioni del comitato di sorveglianza dell’RMCF del 28 settembre e 19 ottobre 2017
Riferimento: Rapporto dei rappresentanti di CNRCSA sugli aggiornamenti preparati dal gruppo di lavoro CNCSC RMCF per la riunione del Comitato Esecutivo CNCSC tenuta il 10-11 ottobre 2017
Il Comitato ha preso atto delle relazioni dei rappresentanti CNRCSA sugli incontri in oggetto. Ha condiviso il loro parere che l’evoluzione del Fondo non giustifica contributi obbligatori da parte dei pensionati al RMCF, che dovrebbe comunque essere attentamente monitorato senza sollevare preoccupazioni indebite tra le nazioni per il suo futuro, e che il Servizio Internazionale per le Retribuzioni e le Pensioni ( ISRP) dovrebbe indire un altro studio attuariale per integrare meglio i cambiamenti demografici della NATO.
Di seguito il collegamento alla versione inglese completa che fa testo per tutto quanto

cnrcsa-2017-r-4-meeting-minutes-november-9-2017

ciao ciao  Ezio

 

RIUNIONE DEL COMITATO ESECUTIVO DELLA CNRCSA DEL 23 GIUGNO 2017

Gli argomenti di nostro interesse sono , ancora una volta, limitati alla voce “Assicurazione malattie”.In particolare:
Relazione sulla riunione del gruppo di lavoro della CNRCSA che si occupa di tutto ciò che riguarda l’assicurazione.
Assicurazione supplementare
Il comitato ha preso nota delle ulteriori informazioni fornite sulla riunione congiunta col CNCSC riguardo alla necessità di “armonizzare” la quota per l’assicurazione supplementare NATO. Una proposta congiunta (CNRCSA-CNCSC) dovrebbe essere preparata in un prossimo futuro tenendo anche in considerazione che in passato l’assicurazione supplementare è sempre stata contrattata solo con l’ associazione del personale in servizio (CNCSC). Ora la federazione dei pensionati (CNRCSA) rappresenta circa 3200 membri e non può essere ignorata quando si ridiscuterà questa assicurazione.
Assicurazione principale
Riferimenti: E-mails da Mr. Bulling del 28 Marzo e 1 Maggio 2017
E-mail da Mr. Vieillemard del 11 Maggio 2017
E-mail da Mr. Bulling del 11 Maggio 2017
E-mail da Mrs. Tezcan del 11 Maggio 2017
E-mails da Mr. Bulling del 11, 15 Maggio e 2 Giugno 2017
E-mail da Mr. Popadic del 2 Giugno 2017

Il comitato esecutivo è stato informato che la NATO non ha alcuna possibilità legale per forzare il personale ad aderire ai sistemi sanitari nazionali.
La NATO e/o AWG dovrebbe in futuro mandare al personale (in servizio e in pensione) un questionario da compilare per aggiornare l’archivio che tiene conto del numero di affiliati ad altri sistemi oltre che ad AWG (assicurazioni nazionali o private che possano essere configurate come assicurazione primaria).
Il comitato ha preso nota di ulteriori informazioni (allegato C nella versione in inglese) fornite da Mr. Bulling nelle quali vengono riassunti i principi essenziali su questo argomento
– Prima di chiedere il rimborso ad AWG recuperare quanto previsto dalla propria assicurazione primaria (sistema sanitario nazionale o assicurazione privata).
– Necessità per AWG di aggiornare l’ archivio, magari entro il 2017 (?)
La CNRCSA, anche se è contraria a obbligare il personale ad avere un’ assicurazione primaria (SSN oppure privata) attraverso una modifica alle CPR (in Danimarca e Norvegia esiste già questo obbligo per i pensionati), auspica un’ azione di convincimento, rivolta al personale in pensione, affinché sia affiliato a una assicurazione primaria.

Ritardo dell’ AWG nel processare le richieste di rimborso
Riferimento: E-mail da Mr Bulling del 9 Maggio 2017
Il comitato ha preso nota che la NATO aveva fatto scattare una clausola che permetteva di imporre una sanzione alla AWG per violazione alla regola del tempo concordato per il processo alle richieste di rimborso. Tuttavia le cose sono leggermente migliorate, dopo che AWG ha reclutato altro personale (da 2 settimane di attesa siamo passati a 1).

RMCF (*)
Il comitato esecutivo ha preso atto del resoconto della riunione del comitato di vigilanza del fondo (allegato D nella versione in inglese).
Argomenti all’ordine del giorno erano:
– Relazione dei gestori del fondo ( Vanguard )
– Discussione sui risultati dello studio attuariale fatto da SIRP
– Bilancio del fondo nel 2015
Riguardo il consuntivo del fondo nel 2015 nel rapporto preparato dai sindaci della NATO (IBAN) si quantificano i pagamenti nell’ anno in 19,6 milioni di Euro e l’ammontare dei contributi ricevuti in 22,9 milioni.
Il rendimento del fondo (4%) ha rispettato le previsioni di Vanguard e SIRP.
I risultati dello studio SIRP saranno trasmessi alle delegazioni per essere discussi al comitato di bilancio in autunno. Una relazione verrà anche inviata al Segretario Generale.
E’ stata ,infine, ribadita l’importanza di due elementi essenziali per la “buona salute” del fondo.
– il controllo dei costi, non solo da parte del personale in pensione, ma anche da quello    in servizio.
Questione che dovrebbe essere discussa in un futuro JCB.
– i cambiamenti alla politica contrattuale verso il personale NATO portano ad una             riduzione del numero dei pensionati. Dunque a un minor uso del RMCF.
E’ stato auspicato un nuovo studio attuariale da parte di SIRP
La prossima riunione del Comitato Esecutivo della CNRCSA si terrà il 25 ottobre a SHAPE.
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(*) Ricordo ancora che questo fondo garantisce il rimborso delle spese mediche al personale NATO in pensione, dopo i 65 anni.
cnrcsa-2017-r-2-meeting-minutes-of-23-june-2017
report-on-jcb-meeting

XIII PRANZO SACLANTICO

È confermato! il pranzo si terrà al

Ristorante La Castellana a Fosdinovo

Venerdì 27 Ottobre 2017 ore 12:30

Menu XIII Pranzo SaclanticoPREZZO CONCORDATO 25.00 €

Si ricorda di confermare entro

MARTEDÌ 24 OTTOBRE

Al 24 Ottobre si sono registrati 42 colleghi

Gli eventuali cambi di menù devono essere comunicati al momento della conferma. I vegetariani avranno un menù adeguato.

Chiara Bodrato

Ieri Sabato 30 settembre alle ore 17 presso l’ospedale di Levanto si è spenta, dopo lunga malattia, Chiara Bodrato.
Chiara avrebbe compiuto 80 anni il prossimo 16 ottobre. Il Funerale avrà luogo martedì 3 Ottobre alle ore 15:00 nella Chiesa Maria Ausiliatrice del Canaletto in via Palmaria, la traversa tra viale S.Bartolomeo e via Carducci.
Chiara era stata per molti anni la segretaria del dipartimento ETD, la cui professionalità era indiscussa.

Chiara aveva vissuto in Austria, Inghilterra, Scozia, Francia e Spagna e aveva studiato lingue e letterature straniere all’Università di Firenze quindi non era solo una segretaria era molto di più: la padronanza delle lingue straniere e del latino ne fecero anche un’ottima insegnate. Molti figli di colleghi si avvalsero dei suoi insegnamenti.

Amava tradurre e fare cicli di conferenze sui temi a lei più congeniali quali la storia dell’arte (Botticelli) e la letteratura inglese (Byron e l’Italia, W.S.Maugham e l’apparente cinismo). Ma soprattutto amava scrivere: fu autrice della trilogia dei Racconti Spezzini (per lo più incentrati sul Canaletto, il quartiere dove viveva), di Rosa Stain, il Leone di Rosa Stain, L’ultima fuga, Le Querce di Mambre e Redde Rationem che le diedero notorietà alla Spezia e in Italia.

Per l’Università Popolare di Castelnuovo Magra e per L’Università della Terza Età della Spezia aveva tenuto brillantemente una serie di lezioni sulla Storia delle Religioni.
Lezioni molto seguite ed apprezzate per la sua chiara esposizione degli argomenti. Un parlare fluido senza interruzioni che avvinceva l’ascoltatore. Per se non volle alcun compenso; chiese che venissero acquistati generi alimentari da distribuire alle persone  bisognose di cui lei era coordinatrice.

La Città della Spezia con la scomparsa di Chiara Bodrato perde una protagonista attiva della vita cittadina.

Nota era la sua fede e la sua devozione alla Madonna di Lourdes. Per fede cristiana divenne prodiga di opere di carità. Si prese cura degli anziani senza dimora. Aveva affittato un appartamento per ospitare queste persone. Sicuramente Dio le renderà merito per questo esempio di vita.

Addio Chiara

Preparativi per il XIII Pranzo Saclantico

Carissimi amici, l’afosa Estate lascia il posto ad un fresco Autunno e tra meno di un mese dovremo mettere di nuovo le lancette dell’orologio in dietro per il cambio dell’ora legale, che coincide ormai abitualmente con il Pranzo Saclantico.
Salvo decisione diversa del Comitato Organizzativo il pranzo avrà luogo sempre nel ristorante La Castellana di Fosdinovo. Data prevista:

Venerdì 27 Ottobre 2017 alle ore 12:30

Naturalmente avete tutto il tempo per decidere. Non prendete impegni, specialmente con medici ed esami clinici, vi vogliamo tutti presenti.

Data ultima per confermare la partecipazione Martedì 24 Ottobre.
L’intenzione è di ripetere la bella giornata che abbiamo trascorso l’ultima volta.

Confidiamo in una vostra collaborazione a diffondere la notizia a quegli amici che hanno poca dimestichezza con computer, internet e telefonini.Il presente annuncio verrà inviato, in forma ridotta, anche per SMS al quale potrete rispondere per confermare la vostra partecipazione. La conferma si può dare anche commentando questo avviso.

A presto…

Il Comitato Organizzativo
(Silvia, Piero, Andrea, Roberto, Massimo ….)

La sfida dell’oblò

In questi giorni di gran calore, sono tappato in casa e per occupare il tempo mi sono deciso a mettere un po’ d’ordine nei miei racconti e mi è affiorato nella mente questo ricordo di una persona a cui ho voluto bene e che per molti anni abbiamo condiviso la cabina e le esperienze in mare.L’episodio che vi racconto si intitola:

La sfida dell’oblò

Questa è una storia a cui non ho partecipato direttamente ma che ho sentito raccontare tante volte da farmi la convinzione di esserci stato. Non nominerò il protagonista ed esorterei gli eventuali testimoni a tacerne il nome. Era un ricordo che non amava ricordare. Rispettiamo la sua volontà.

Queste sfide nascono, quando si è giovani e talvolta per ingannare il tempo. Quando si è in mare il tempo non passa mai e allora si cerca qualche distrazione. Erano in mezzo al mare, a bordo della Maria Paolina G. o forse dell’Aragonese. I protagonisti erano in coperta a ridere e a scherzare dopo la cena. Ridendo e scherzando qualcuno propose di fare una scommessa o meglio una sfida. Bisognava passare attraverso un oblò nel più breve tempo possibile.

I concorrenti  si introducevano nell’oblò prima le braccia e assieme alle spalle la testa e parte del corpo, più o meno sino alla cintola, poi con la spinta dei piedi doveva passare il resto del corpo che finiva nell’adiacente saletta. L’azione diventava agevole per gli smilzi, che puntando e spingendo con i piedi sulla murata attraversavano l’oblò molto agevolmente. La cosa fu un poco più complicata per quelli un po’ più rotondetti. La spinta con i piedi restava determinante. Venne la volta del nostro protagonista che non era affatto smilzo, anzi il suo giro vita era giusto quello della dimensioni dell’oblò. Pelo, pelo si direbbe.

Iniziò la manovra di attraversamento ma qualcosa andò storto, la spinta con i piedi non aveva sortito l’effetto sperato. Rimase con le gambe penzoloni. Metà corpo era dentro e l’altra metà era rimasta fuori.

I compagni cercarono in tutte le maniere di aiutarlo a spingere ma senza successo. Per un effetto fisico il bordo dell’oblò segava il corpo in due, la pressione dei bordi fece gonfiare le parti a contatto con l’oblò, rendendo ancora più critica la situazione. Più si agitava più ingrossava, rendendo il passaggio impossibile. Lo stato di tensione degli sfidanti aumentava. Stava facendo sera e il buio incombeva. Bisognava fare presto non si poteva lasciarlo in quelle condizioni. Loro malgrado dovettero informare il Comandante, che chiamò il Direttore di Macchina che propose di tagliare l’oblò con la fiamma ossidrica. Non era un’operazione facile ma non c’era tempo da perdere. La fiamma ossidrica avrebbe potuto ustionare il malcapitato. Decisero di proteggerlo con delle stecche di amianto. Quando fu tutto pronto l’oblò venne tagliato. Ci volle del tempo ma alla fine il nostro sventurato protagonista fu liberato senza danni e senza ustioni.

Lui, di questa disavventura non ne ha mai parlato, neanche a distanza di anni, ma era consapevole che se ne sarebbe parlato a lungo, però, se non ricordo male, nessuno gli fece la richiesta di raccontare l’accaduto.

Quanto accadde fu un monito per tutti noi: a bordo queste cose non si fanno e non se ne fecero più.

Giuliano Tognarini

In questi giorni abbiamo ricevuto la notizia della scomparsa di Giuliano Tognarini un personaggio che ha fatto parte della storia del Centro.

Giuliano  con Alvaro Carrara ed Elvio Nacini costituivano il team dei cartografi prima dell’avvento dei sistemi GIS (Geographic Information System) con i quali tutti sono stati più o mano capaci di mettere dei dati geografici su una mappa.

Il loro era un lavoro nobile le cui basi si perdono nella notte dei tempi. Una scienza che si sviluppò ai tempi delle grandi scoperte geografiche. Era un lavoro prezioso. Qualunque esperimento scientifico non avrebbe avuto senso senza il loro contributo. A turno partecipavano a tutte le crociere scientifiche. Il lavoro era molto. A quei tempi le navi da ricerca l’Aragonese, la Maria Paolina G non stavano quasi mai in porto. Le crociere si susseguivano una dietro l’altra e le campagne scientifiche duravano anche diversi mesi. Con la loro abilità ricostruivano sulla carta l’andamento della crociera. Ogni misura era riportata sulle carta con estrema precisione. Le carte nautiche disegnate (a mano) da questi signori erano delle vere opere d’arte.

Tutti e tre venivano da istituzioni militari. Giuliano ed Elvio venivano dell’Istituto Idrografico della Marina Militare mentre Alvaro veniva dall’ IGM (Istituto Geografico Militare) quindi abituati ad un certo ambiente militare costituito da regole e formalità. Tanto è vero che per molti anni, pur lavorando gomito a gomito hanno continuato a darsi del lei. Soltanto una mattina, storica, Alvaro disse a Elvio: ” Oggi c’è una grande novità, abbiamo deciso che da oggi ci daremo del tu“.

Giuliano Tognarini con Enrico Muzi al tabolo di carteggio

Giuliano Tognarini con Enrico Muzi al tavolo di carteggio a bordo dell’Aragonese.

Giuliano con la moglie al pranzo del 2012 al ristorante Ala Bianca.

Giuliano con la moglie al pranzo del 2012 al ristorante Ala Bianca.

Che dire di Giuliano, un vero signore. Anche quando era giovane, per me, che l’ho conosciuto nel 1971, mi sembrava un signore di altri tempi. Splendido il suo sorriso che emanava tranquillità e serenità. Non ricordo di averlo visto arrabbiato o alterato.

Che bello se fossimo stati come lui.

Ciao Giuliano, sono sicuro che anche dove ti trovi adesso avrai sempre il sorriso sulle labbra.